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L' Incubo di Hill House - Recensione


Titolo: L'incubo di Hill House Autrice: Shirley Jackson Data di pubblicazione: 1959 - edizione corrente 2016 Casa editrice: Adelphi

Genere: Gotico Pagine: 233 Prezzo: 12 euro Voto: ⭐⭐⭐⭐


Sinossi: «In questo autentico classico del genere gotico, Eleanor Vance, giovane e tormentata donna che non ricorda di essere mai stata felice in tutta la sua vita, viene assoldata dal sinistro professor Montague, aspirante cacciatore di fantasmi, per un soggiorno sperimentale a Hill House...Giunta a destinazione, Eleanor si trova davanti una casa “che sembrava aver preso forma da sola, assemblandosi in quel suo possente schema indipendentemente dai muratori”; un edificio che “drizzava la testa imponente contro il cielo senza concessioni all'umanità”; una costruzione immune da ogni esorcismo: “un luogo non adatto agli uomini, né all'amore, né alla speranza”; una casa che si rifiuta di essere una dimora accogliente così come Eleanor vorrebbe sfuggire a un sistema di vita che le ha portato soltanto infelicità».



 

Buongiorno caffeinomani! Finalmente sono tornata a pubblicare le recensioni qui su questo blog, che ammetto sembrava abbandonato a sé stesso. In questo periodo vi parlerò dei libri che ho letto negli ultimi mesi del 2023, devo ammettere che mi è andata quasi sempre bene. Quasi.


E quindi partiamo subito con questo libro di Shirley Jackson che avevo in lista da un secolo e mezzo: L'incubo di Hill House.



 


Menù: 7 - Tanta varietà in poche pagine

Shirley Jackson crea un perfetto mix di tematiche non proprio simpatiche in poco più di 200 pagine. E già questo mi piace moltissimo. L'incubo di Hill House si apre con Eleanor Vance, una giovane donna, che riceve l'invito per andare in questa misteriosa casa sperduta in mezzo al nulla per una ricerca un po'...particolare.

In effetti tutti i personaggi sono lì su invito del Professor Montague per dimostrare che i fantasmi e il sovrannaturale non esistono.


Qui arrivano, appunto Eleanor Vance, invitata perché ha subito un fenomeno poltergeist quando era bambina. Lei è la protagonista quasi indiscussa, è quella che più di tutti viene messa alla prova da Hill House, forse perché più debole psicologicamente degli altri. Di Eleanor conosciamo anche il background, cosa ha vissuto prima di venire qui e notiamo la pochissima indipendenza. Prima accudiva la madre, poi, dopo la morte della donna, vive con sua sorella e il cognato, insomma, non ha mai avuto una sua casa. E questo la porta ad avere un unico sogno: un piccolo appartamento tutto per sé.

Eleanor stringe un'amicizia quasi morbosa con gli altri inquilini di Hill House, diventa gelosa se non viene inclusa nelle conversazioni, ha quasi bisogno di essere al centro dell'attenzione.

Insomma, è sicuramente la vittima ideale a livello psicologico.


Dopo Eleanor arriva Theodora, velatamente omosessuale, artista e molto eccentrica. La adoro. Theo è l'opposto di Eleanor, è indipendente, intraprendente e sicura di sé. Viene invitata perché aveva manifestato dei poteri psichici in passato, ed effettivamente io me la immagino sempre con questo stile un po'...gipsy, anche se non so perché.

Ovviamente anche lei sarà vittima degli eventi che succedono a Hill House, anche se in modo molto diverso rispetto alla sua amica, in un certo senso Theo non li subisce, ma li osserva.


Infine, abbiamo Luke, ultimo erede di Hill House e lì esattamente per questo. Su di lui non c'è molto da dire, è un uomo. Non ha un passato, o almeno, non ci è dato saperlo. Gioca a scacchi, è simpatico e di bell'aspetto, il suo unico compito in quella casa è quella di vigilare sulla sua proprietà.


Come scrivevo poco fa, i quattro personaggi sono costretti a vivere insieme dentro questa casa che, personalmente, credo sia il vero protagonista di tutto il racconto. Una vecchia casa costruita nel bel mezzo del nulla, perfino gli abitanti del villaggio vicino la temono, i custodi non vogliono rimanere per la notte (tanto che si dileguano prima del tramonto). La sua storia è secolare e viene raccontata per filo e per segno, anche se assomiglia più a una leggenda che alla verità.


I fenomeni paranormali non mancano, l'atmosfera inquietante nemmeno, così come una profonda analisi psicologica dei problemi principali che ci affliggono quotidianamente. In questo modo diventa davvero facile empatizzare con i personaggi che si muovono all'interno della storia.


“Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà”

Location: 10 - Una casa infestata di tutto rispetto


Non so chi di voi abbia visto American Horror Story, ma leggendo questo libro la prima immagine che mi è venuta in mente è Murder House, ma più inquietante. La casa si presenta fin dalle primissime pagine come un'entità a parte, fuori dalla realtà, che osserva quelli che giungono nel suo cortile.

Le sue finestre assomigliano a degli occhi, le sue stanze hanno qualcosa che non funziona, le porte si chiudono da sole, tutto confonde i suoi abitanti, è come un labirinto.


Hill House è la casa infestata per eccellenza, piena di stanze oscure e che sembrano spostarsi, soprattutto di notte. Ci sono rumori, sussurri, scricchiolii e vi assicuro che a leggerlo di notte tutta questa ambientazione contribuisce a creare un'atmosfera davvero inquietantissima. Avevo i brividi in alcune scene.

E vi assicuro che non è così facile inquietarmi o farmi cambiare libro per pensare ad altro.


In questa casa già inquietante dall'inizio, i personaggi entrano per questo famoso esperimento e fin dall'inizio sembra andare tutto molto bene. Cenano tutti insieme, scherzano, ridono e bevono senza dividersi fino a tarda notte, quando è effettivamente ora di andare a dormire. Le stanze sono vicine, eppure sembrano lontane anni luce le une dalle altre. Questo è il momento in cui i personaggi si trovano soli con i loro pensieri, anche se la prospettiva che la Jackson ci presenta è sempre e solo quella di Eleanor che rimugina e rimugina su come viene vista dall'esterno, su come Theo, Luke e il professore la percepiscano.


I rapporti che si instaurano diventano lentamente sempre più morbosi, anche a causa della psiche di Eleanor, man mano che la giovane donna scopre la casa è come se cadesse un po' di più nel baratro della sua personale follia. In un certo senso mi ha ricordato Shining, il libro intendo. I personaggi cambiano e si evolvono insieme al posto in cui vivono.


«Io credo che abbiamo solo paura di noi stessi» disse lentamente il professore. «No» disse Luke «di vederci per quello che siamo e senza maschera». «Di sapere quello che vogliamo davvero» disse Theodora.

Servizio: 9 - Un vero e proprio classico


Devo ammettere che mi dispiace che non si affronti la Jackson a scuola, insieme ai grandi maestri del gotico. Insomma, è vero che scrive secoli dopo Mary Shelley, ma è altrettanto vero che potrebbe essere analizzato molto bene nelle nostre aule, sia in inglese, sia in italiano.


Il linguaggio della Jackson è chiaro, coinciso, non si perde in descrizioni troppo lunghe ben consapevole che perderebbe tutta la suspance creata durante tutta la narrazione. Tutto è creato per attirare il lettore dentro il labirinto della casa, insieme ai personaggi, diventando uno degli abitanti. Durante la lettura spesso mi chiedevo come avrei reagito io a questa o quella situazione.


Con lei ho effettivamente iniziato ad apprezzare la sintassi americana, breve e dritta al punto. Non mi ero ancora resa conto di quanta differenza ci fosse con quella italiana a livello pratico, ma forse perché non mi ci ero nemmeno soffermata più di tanto alla fine. In questo libro invece è chiaro e lampante. Una sintassi fatta di tante principali, ben separate le une dalle altre, incalzano il ritmo in una maniera quasi cinematografica. Anche se a volte sono stata un po'disorientata, solo in alcune scene un po' più...confuse. Volutamente confuse intendo.


Infine, voglio parlarvi un pochino del finale, senza ovviamente rovinarvelo. Vi devo dire, completamente inaspettato. Non così come avviene almeno. E purtroppo non posso davvero dirvi altro, ma è davvero un bel colpo di scena.


«La paura» disse il professore «è la rinuncia alla logica, l’abbandono volontario di ogni schema razionale. O ci arrendiamo alla paura o la combattiamo; non possiamo andarle incontro a metà strada».

In conclusione - 5 stelle!


Sono davvero contenta di portarvi un libro da cinque stelle come prima recensione dell'anno. Questo libro è davvero bello, ha tutto quello che serve per essere apprezzato tanto da chi è già amante del genere e vuole godersi una buona storia, tanto da chi ancora non conosce il gotico e vorrebbe avvicinarsi. Senza per forza partire dai classici che conosciamo tutti.


Per il momento è tutto, iscrivetevi al blog per non perdere nemmeno un aggiornamento e ricordatevi di seguirci su Instagram!









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