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Recensione Il racconto dell'ancella


Titolo: Il racconto dell'ancella

Autrice: Margaret Atwood

Casa editrice: Ponte alle Grazie

Data di pubblicazione: 27 giugno 2019

Pagine: 400

Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐

Sinossi: In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c'è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull'intreccio tra sessualità e politica. Quello che l'ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.



 

Buon pomeriggio caffeinomani!

Eccoci con una nuova recensione, anche se non proprio fresca di lettura. Ho letto Il Racconto dell'Ancella durante la pandemia (non proprio la lettura adatta a quel periodo effettivamente), ma ricordo ancora come fosse ieri cosa provavo durante la sua lettura.


Non indugiamo oltre e andiamo subito alla scoperta di questo piccolo gioiellino uscito direttamente dalla penna di Margaret Atwood.



 


Un'atmosfera da incubo in un mondo plausibile


Come ogni distopia degna di questo nome, prende spunto dalle paure reali delle persone e sebbene la prima edizione del romanzo sia datata 1985 vi assicuro che è ancora più che attuale. La società in cui è ambientato Il Racconto dell'Ancella è piombata in un nuovo Medioevo dopo un colpo di stato che ha portato al potere un regime religioso; in questo nuovo-vecchio mondo tutta la vita è divisa in gerarchie ben definite. Ovviamente le donne sono ai gradini più bassi, a partire dalle Mogli, fino alle Ancelle e passando per le Marte. Tutte loro sono puramente delle categorie di donne asservite a scopi differenti. In particolare, la condizione peggiore è quella delle Ancelle, le uniche donne fertili rimaste e per questo completamente asservite ai loro Comandanti -i grandi capi con tutto il potere in mano- e la protagonista è, appunto, un'Ancella. Queste donne vengono usate solo ed esclusivamente per procreare, non hanno altro scopo nella loro vita e quello che subiscono è terrificante, ve lo assicuro.


Più in generale, alle donne è proibito leggere, informarsi, avere effetti personali e tutto questo inizia proprio con la chiusura dei conti bancari: la protagonista si ritrova improvvisamente senza avere nulla e senza sapere perché. La cosa spaventosa è proprio questa, nessuno è riuscito a opporsi efficacemente a questo regime, al contrario, è stato accettato anche da chi subiva le peggio cose: le donne.

Il silenzio domina questa società, tutti hanno paura di parlare più del dovuto e le conversazioni sono ridotte al minimo anche e soprattutto tra le Ancelle, le quali devono girare in coppia, ma la minima parola fuoriposto può costare loro la vita. Non riesco a descrivere a parole l'atmosfera che regna in questo libro, posso solo dirvi che mi ha inquietata profondamente, forse perché non è più ipertecnologica come nelle classiche distopie -1984 di Orwell è un esempio decisamente calzante- ma è l'esatto opposto. La tecnologia non esiste più.


Vivevamo, come al solito, ignorando. Ignorare non è come non sapere, ti ci devi mettere di buona volontà. Nulla muta istantaneamente.


 

Parliamo un po' di...personaggi


Sapete quanto io tenga ai personaggi, sono convinta che senza di loro la maggior parte delle storie non si possano reggere in piedi e ancora non ho trovato un libro capace di smentirmi.


Difred, la protagonista, inizialmente decide di annullarsi completamente e di accettare il suo destino. Anche il suo nome è creato per annullare la sua personalità, alla particella Di- viene unito il nome del Capitano a cui è assegnata: Fred. Tuttavia, scrive la sua storia e già questo è un atto di ribellione. E man mano che si prosegue con la sua storia prende sempre più consapevolezza di quello che è successo, anche e forse soprattutto grazie all'Ancella che l'ha preceduta. Non conosciamo il suo nome vero, ma sappiamo che si è suicidata, ma prima ha lasciato un messaggio inciso nell'armadio:

Nolite te bastardes carborundorum

"Non lasciare che i bastardi di schiaccino". Credo che questa frase sia diventata l'emblema di tutto il romanzo.


Moira: grande amica di Difred prima della catastrofe. Lei appare davvero poco, ma è in assoluto il mio personaggio preferito, per un semplice motivo: si ribella.

A livello di scrittura è l'esatto opposto di Difred, non si arrende e riesce a sfuggire al destino che l'attende, anche a costo di perdere i contatti con tutti coloro che conosceva. Non posso dirvi altro perché sarebbe spoiler, ahimé.


Serena Joy: ecco, lei è un personaggio particolare. Serena Joy è la moglie dal Capitano Fred, quindi vive con Difred ed è effettivamente colei che può comandare a piacimento tutta la servitù. Il suo ruolo è quello di una sorta di moglie trofeo, tutto quello che deve fare è badare alla casa e accompagnare il marito nelle varie occasioni. Durante la narrazione traspare sempre di più la sua infelicità, costretta anche lei al ruolo che le è stato assegnato, non è poi così diversa da tutte le altre.


“Desidero ardentemente toccare qualcosa di diverso dalla stoffa o dal legno. Desidero commettere l'atto del toccare.”


 


Per un mondo femminista.


Al di la di tutte le apparenze, Il Racconto dell'Ancella è a tutti gli effetti un romanzo femminista. L'uomo vive perennemente circondato da donne ed è assolutamente vero che ha il potere su tutte loro, ma è anche costantemente giudicato da loro. In una società in cui tutte sono sempre e costantemente al loro posto, riscoprono il valore dell'essere donna. Le ancelle sono le uniche donne fertili esistenti. Sono praticamente il futuro della società, anche se la maggior parte di loro non ne è consapevole.


Le donne, in questo mondo, sono le creatrici stesse di un mondo contro di loro e lentamente, con calma, se ne rendono conto, ne prendono atto. Il romanzo ha un finale volutamente aperto, cosa che normalmente mi disturba, ma che in questo caso trovo più che giusto.


I rapporti che si creano, gli equilibri, i segreti. Tutto fa pensare che qualcosa, in qualche modo, cambierà. E non saranno di sicuro gli uomini a far cambiare le cose.


Però, che inferno essere un uomo, in quel modo. Dev’essere bello. Dev’essere un inferno. Dev’essere un deserto.



 

In conclusione


Cosa posso dire? Di sicuro è un bellissimo romanzo e non vedo l'ora di leggere anche il seguito, per vedere dove va a parare e come va a finire questa storia. Sapete che sono lenta a leggere i seguiti, si?

Quindi sì, 5 stelle più che meritate!






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