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La Vendetta degli dei: encomio di Clitennestra



Titolo: La vendetta degli dei

Autrice: Hannah Lynn Casa Editrice: Newton Compton Editori

Data di pubblicazione: 7 marzo 2022

Pagine: 317

Voto: 4/ 5


Sinossi: Regina dal potere sconfinato, moglie assassina e vendicatrice, madre tradita e amorevole, figura capace di slanci e sentimenti di grande intensità o donna crudele e senza cuore? È davvero difficile provare empatia per una donna che tradisce il marito, Agamennone, e che lo uccide al suo ritorno da Troia assieme al proprio amante, senza conoscere fino in fondo le sofferenze a cui è stata sottoposta fin dalla giovane età. Una donna che ha dovuto sopportare l'omicidio del precedente marito e del figlio uccisi brutalmente, l'assassinio della figlia Ifigenia sacrificata con l'inganno agli dei dal padre. Senza contare le umiliazioni pubbliche, i soprusi e gli abusi a cui la regina di Micene deve sottostare per il bene pubblico. E così, in un racconto appassionante e commovente, Clitennestra assume sembianze di una modernità impressionante e il lettore si ritrova avvinto da una spirale di odio, amore, violenza e spargimenti di sangue di familiari che non ha eguali nella mitologia greca.




Benvenuti caffeinomani a questa nuova recensione! Oggi ci dedichiamo ad uno della fenomeni letterari degli ultimi tempi: La vendetta degli dei di Hannah Lynn. Vi preannuncio che questo libro, con mia enorme sorpresa, mi ha a dir poco entusiasmato. Ci sarà tempo e modo per parlarvene con più calma, ora facciamo un passo alla volta.



Personaggi

Protagonista indiscussa della vicenda è Clitennestra, regina di Micene e principessa spartana. Su Clitennestra ci sono innumerevoli saggi, ma pochissimi romanzi. E' sempre stata una figura scomoda, come altre molte figure della mitologia: dalla fedifraga Elena, passando dalla crudele Circe, fino alla assassina Medea.

Eppure, queste figure si limitano solo a questo?

E' in questo che la Clitennestra di Lynn ci viene in aiuto.

Riportandoci ricordi di una giovane Clitennestra, ancora principessa di Sparta, incominciamo sin da subito ad entrare in sintonia con questo personaggio. Del suo tragico destino e della sua cieca vendetta conosciamo benissimo le dinamiche, ma Lynn è riuscita in una impresa non da poco: darle non solo delle valide motivazioni, ma un intero cosmo di sensazioni in cui tutti potremmo rivederci. In fondo, tutti bramiamo la vendetta.

Hannah Lynn si spinge oltre alla storia di Clitennestra, raccontandoci anche della sua disastrosa discendenza: Ifigenia, Elettra e il piccolo Oreste. Elettra e Oreste sono, ovviamente, i personaggi più sviluppati e analizzati, avendo a disposizione tutta la seconda parte del romanzo.


Elettra è la controparte perfetta della madre e, come tutte le facce della medaglia, sono estremamente simili. Forte, selvaggia, vendicativa: questa giovane principessa di Micene è più spartana di quanto lei stessa voglia.

Devo ammettere che questa Elettra mi ha un po' fatto storcere il naso, essendo un po' troppo. In tutti i sensi.


Oreste invece è stato un personaggio che ho apprezzato moltissimo. Tutto il romanzo mette in costante contrapposizione la bontà di spirito della madre e la violenza fisica del padre. Se Elettra incarna, anche contro sé stessa, la violenza paterna, Oreste incarna la bontà d'animo.

Ci ricorda il Patroclo de La canzone di Achille di Madeleine Miller: compassionevole, buono, dolce e premuroso e, in poche parole, del ventunesimo secolo.

Comprendo perfettamente i probabili motivi per cui Lynn abbia caratterizzato in questo modo Oreste (specialmente per il suo rapporto con Pilade), ma è un peccato perdere l'opportunità per raccontare il pensiero antico.



Affinità con il mito


A differenza di romanzoni come A touch of darkness di Scarlett St. Clair, Hannah Lynn ha davvero fatto le sue ricerche sul mito. Potrei dire che questo romanzo è uno dei pochissimi con una buona (oserei dire quasi ottima) conoscenza di base su cui l'autrice è andata ad aggiungere emozioni o motivi delle azioni, spazio che il mito non ha.

Ci troviamo di fronte ad un caso di retelling dove non vengono sfruttati solo il nome di un eroe tragico, ma ci troviamo di fronte al caso in cui ogni singolo personaggio ha alle spalle un albero familiare e questo incide sulle loro caratteristiche e caratteri. Clitennestra, per esempio, sente la mancanza di allenarsi, perché le donne spartane erano incitate all'allenamento. O ancora, Oreste compie il suo destino perchè è Apollo ad imporglielo e lui, essendo un principe greco, ha il dovere civile di assecondarlo.

Ci sarebbero molti altri esempi solo per dire che l'affinità con il mito è molto presente, anche se con qualche digressione poetica. Ho finalmente letto di una coppia (che nella mia testa è sempre esista, no spoiler) ma che non ha alcun luogo nel mito. Certe dinamiche, ovviamente, non potevano esistere nel mondo greco e la Lynn le ha giustamente inserite. Scrivere un retelling, secondo me, vuol dire sfruttare storie antiche come il mondo per raccontare emozioni che ancora oggi ci caratterizzano, ma mantendo la dignità della storia.



Un romanzo con soli pro?


Miei cari caffeinomani, qui mi sbilancio un poco: non vedo molti difetti in La Vendetta degli dei.

La scrittura non sarà di certo quella della Woolf o della Atwood, ma possiamo dire che l'autrice si è difesa bene. La lettura scorre velocemente e piacevolmente, senza troppi blocchi o punti morti.



La cosa che mi è piaciuta di più di tutto il romanzo è stata la trattazione femminile. A tal proposito, mi chiedo ma che problema abbiamo? Possibile che la nostra generazione passi da complete idiote come Tessa di After a personaggi che incarnano il femminile, come Circe della Miller o come le protagoniste di questo romanzo?

Ognuna di noi può benissimo identificarsi in ciascuna delle donne di Micene, non solo perchè sono dei personaggi ben scritti e a tutto tondo, ma perchè rappresentano degli aspetti dell'umano imprescindibili per una donna, con i loro travagli fisici e mentali. Vediamo quanto cambi Elettra nel passaggio dell'adolescenza, quanto cambino le paure della famiglia dopo il lutto di Ifigenia, quanto Ifigenia rappresenti quella fase della nostra vita in cui abbiamo sperato nel principe azzurro.

Ho rivista me stessa, da bambina a donna, in personaggi femminili non limitati ai loro ruoli, ma che provano a raccontare che una madre può essere una donna, con le sue voglie ed esigenze, che una bambina può essere più dura di una spada e che una innocente può essere più furba di una volpe.


Conclusioni


Eccoci giunti alla fine di questa recensione; spero di avervi stuzzicato la curiosità, perchè questo romanzo vale davvero la pena di essere letto.

La Vendetta degli dei racconta di un piccolo passo rivolto al passo in modo da comprendere meglio il nostro presente. Spero fortemente che avvicini molti ragazzi più piccoli al mondo della mitologia (non sanno cosa si perdono).

In fondo, per 9 euro, si può comprare, no?

Per oggi è tutto, potete leggere le recensioni del nostro blog qui , insieme a tutte le opinioni non richieste dei libri che leggiamo. Alla prossima!


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