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Recensione La Cattedrale di Sabbia




Titolo: La Cattedrale di Sabbia

Autore: Leonardo Patrignani

Data di pubblicazione: 26 ottobre 2023

Casa editrice: Mondadori

Genere: Thriller - Fantascienza

Pagine: 464

Prezzo: 20 euro Voto: ⭐⭐⭐⭐

Sinossi: LA MILANO DEL 2045 è una metropoli ipertecnologica, in cui le realtà virtuali e aumentate operano una costante distorsione del mondo e dell’identità delle persone. Stefano Valeri è un brillante neuroscienziato e ricercatore per Engram, azienda all’avanguardia nel campo delle interfacce neurali. La moglie Arianna Molinari, stimata neuropsicologa, lavora a stretto contatto con il suo dipartimento. Fino al giorno dell’attentato.

Da quando, quattro anni prima, Arianna è rimasta vittima di un attacco terroristico nel corso di un importante convegno scientifico, l’uomo vive infatti come un relitto umano, rintanato nella sua solitudine.

Ma quando scopre che il suo ricordo del momento in cui la moglie ha perso la vita è inattendibile, Stefano non ha alternativa: deve uscire allo scoperto e rimettere insieme i pezzi di un passato carico di enigmi e traumi irrisolti.

Come sono andate davvero le cose? Su quale genere di anomalie della memoria stava indagando Arianna e chi poteva avere interesse a fermarla? Soprattutto, cosa sta per succedere nel mondo, se nessuno può più fidarsi dei propri ricordi?



 

Buongiornissimo caffeinomani!

La domenica è un giorno un po'inusuale per pubblicare una recensione, ma Mondadori mi ha dato questa opportunità e chi sono io per dire di no?


Oggi voglio parlarvi di questo libro fresco fresco di stampa: La Cattedrale di Sabbia, scaturito direttamente dalla penna di un autore italiano, ed era davvero tanto che non leggevo libri italiani. Mi mancava? Non particolarmente. Me ne sono pentita? Assolutamente no!



 


Milano, la mia Milano.


Partiamo dal principio. I primissimi capitoli ci servono a introdurci tanto i personaggi, quanto la città in cui ci troviamo. Il primo personaggio lo conosciamo fin dalle prime righe attraverso un suo ricordo, Stefano Valeri, medico neuroscienziato e sopravvissuto a una strage avvenuta pochi anni prima e in cui ha perso la moglie...forse. La particolarità di questo ricordo è che non si tratta del classico flashback di un personaggio che ci serve a capire qualcosa, questo ricordo è proiettato in un teatro davanti a tantissimi spettatori durante la presentazione di una nuovissima tecnologia capace di, appunto, estrapolare i ricordi e archiviarli in un cloud apposta. Nulla è più sicuro dei nostri ricordi, giusto?


Da qui e proprio da questa domanda parte il thriller più particolare che abbia mai letto. Difatti non abbiamo un assassino né un cadavere, le vittime sono persone più o meno comuni a cui vengono sottratti, impiantati e manipolati ricordi. Come? Non posso assolutamente dirvelo, che gusto ci sarebbe altrimenti?

Il tutto è ambientato a Milano, una futuristica Milano ovviamente, tecnologicamente avanzatissima, ma ancora riconoscibile a chi, come me, ci vive e la vive quotidianamente. E probabilmente proprio questi dettagli della città sono quello che mi ha fatto apprezzare completamente il romanzo. Conosco le strade di cui parla, i quartieri in cui avvengono alcune vicende, e ci sono momenti in cui mi sembra quasi di essere tra quei palazzi.


Non è facile descrivere Milano, con il suo essere frenetica, caotica e (per me) bellissima, con le sue regole e i suoi grattacieli immensi. Eppure Patrignani ce la fa egregiamente, come solo un bravo autore riuscirebbe!


E l'immancabile aperitivo al posto della cena nel weekend, che diamine. Su queste granitiche certezze si costruiva giorno dopo giorno il domani nel capoluogo lombardo.

Un bel thriller e un sacco di riflessioni


Ricordo che qualche anno fa diedi un esame di Critica e Teoria della Letteratura in università e mentre leggevo questo libro mi sono spesso chiesta se Patrignani avesse, per sbaglio, seguito il mio stesso corso o parlato con la professoressa.

I veri protagonisti qui non sono tanto Valeri, Sonia o Martina e Nightmare, sono i ricordi e il concetto stesso di memoria. Noi esseri umani viviamo di ricordi, sono il nostro unico punto di riferimento, ma siamo anche consapevoli che la memoria, per sua natura, è lacunosa e piena di buchi. Perché altrimenti saremmo delle macchine e non degli esseri umani.


Ecco, in questo thriller seguiamo anche tutti i diversi concetti di ricordo e ciò che il nostro fisico e la nostra psiche vivono in conseguenza alla presenza o all'assenza di una determinata memoria del passato. E quindi mentre Stefano indaga alla ricerca della verità ci ritroviamo a riflettere su cosa sia giusto e cosa sbagliato, sulla violazione della privacy e su quanto saremmo disposti a sacrificare della nostra vita privata per essere sempre aggiornati su tutto e tutti. Tema in realtà molto attuale.


Per certi versi mi ha ricordato molto 1984, in maniera blanda, ma il tema della tecnologia che ci controlla è presente anche qui. In modi totalmente diversi visto anche il grande progresso tecnologico a cui abbiamo assistito negli ultimi anni, tanto che il mondo immaginato da Partigiani non mi sembra poi così impossibile. Interfacce orografiche e neurochip, macchine che si guidano con il pensiero, lenti a contatto che sostituiscono il cellulare. Nulla di troppo fantascientifico, alla fine.



 


Stile e ritmo e cose tecniche


Il libro ha uno stile estremamente moderno, cosa che non mi dispiace affatto, sono una grande fan del ritmo veloce, senza spiegazioni inutili nel mezzo e senza personaggi che si autocommiserano all'infinito senza cercare di cavare un ragno fuori dal buco.

I punti di vista si spostano spesso, principalmente tra quelli di Stefano Valeri e di sua figlia Martina, soprattutto perché vivono lontani ed entrambe le loro vicende sono importanti ai fini della storia. Ecco, per lo stesso motivo a volte si passa anche a punti di vista diversi, estranei, di personaggi che incontreremo solo successivamente nel romanzo...più o meno.


Devo ammettere che. non ho assolutamente nulla di negativo da dire nemmeno sui personaggi, stranamente. Sono tanti, è vero, ma quelli che dobbiamo tenere a mente sono fondamentalmente quattro e sono tutti caratterizzati in modo giusto, hanno la loro personalità e non si confondono sullo sfondo. Hanno tutti un loro ruolo, giusto ed equilibrato.


La cosa che forse ho apprezzato più di tutte a livello strutturale è la presenza continua di colpi di scena. Soprattutto a metà libro, quando tutto effettivamente sembrava essersi risolto e io già mi chiedevo come avesse occupato le restanti duecento pagine.

Mi sono ricreduta.


 

Ed eccoci qui, alle agognate conclusioni. Vi ho parlato della prima metà del libro, perché non voglio rovinarvi assolutamente nulla e tutto quello che potrei dire sarebbe un enorme spoiler.


In pochissime parole riassuntive: un bellissimo thriller, verosimile, con colpi di scena giusti, personaggi studiati e ambientato in una Milano che, nonostante le trasformazioni, è ancora ben riconoscibile in tutte le sue parti.








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